Fra i nuovi progetti anche l’apertura di cocktail bar-lounge di lusso nelle capitali della grande nautica

Pisa – SUPER YACHT 24 incontra Alessandro Tureddi, presidente del cantiere Tureddi, società viareggina doc con stabilimenti anche a Pisa sulla Darsena dei Navicelli e quaranta anni di esperienza alle spalle. Tureddi è oggi una società rinnovata, guidata da un CdA giovane e con idee molto chiare, pronta per il lancio di grandi novità.

Il cantiere Tureddi è oggi in fase di trasformazione: partiamo dal raccontare i suoi ‘primi quarant’anni’?

“L’azienda è nata con un’ ‘anima calafata’ concentrata sul ferro ed è stata fondata da mio padre Andrea, oggi direttore generale Tureddi. Ha il retaggio di terzista di cantieri costruttori di grandi navi da lavoro, ma negli anni, con lo sviluppo della nautica, si è spostata verso i costruttori di grandi yacht. Fra i nostri clienti abbiamo da sempre i più grandi nomi italiani della nautica fra cui Benetti, per il quale tutt’oggi seguiamo completamente la linea B.Yond, Codecasa per il quale abbiamo lavorato anche sui famosi 65 metri Main e Regina d’Italia, e molti altri.”

Cosa ha dato il via a questa fase di rinnovo e cosa prevede?

“Negli ultimi tre anni, con la gestione della seconda generazione – che rappresento – abbiamo iniziato un  percorso che da terzisti ci sta portando verso un nostro proprio brand che nei prossimi giorni presenteremo ufficialmente. Ci sentiamo sicuri di questa scelta grazie ai nostri collaboratori estremamente esperti che svolgono da sempre questo lavoro e non solo con riguardo a scafi e a sovrastrutture: negli anni abbiamo infatti realizzato e consegnato barche finite anche dal punto di vista dell’allestimento. La nuova attività sarà comunque affiancata dall’abituale lavoro di terzisti. Intendiamo realizzare 5-6 barche l’anno; questo per mantenere la nostra filosofia di artigiani.”

Come vi siete organizzati e quali tappe avete già superato?

“Abbiamo iniziato un processo di riassesto e creato un gruppo dove il mio apporto, provenendo da studi economici, è stato inizialmente di carattere economico-finanziario. Mi sono dedicato a creare una nuova e stabile società con succursali che possano permettersi di lavorare in autonomia senza dover attingere a personale non diretto. Il brand è nato con la collaborazione di architetti di grande esperienza e il risultato sono le due linee di produzione full custom che presenteremo ufficialmente nel nostro stand al prossimo Monaco Yachting Show. La presentazione, avvenuta in via più riservata nei giorni scorsi agli abituali clienti che ci hanno raggiunto sulla nostra area lounge fuori salone su un molo di Cannes, ci ha riempiti di soddisfazione”.

Può anticiparci i dettagli di queste due nuove linee di superyacht full custom Tureddi che presenterete al Mys?

“La prima linea è una explorer realizzata con lo studio triestino Vyd di Paolo Dose che va dai 37 ai 52 metri. La seconda è invece realizzata con lo studio ArDeMo di Firenze di Leonardo Cecchi: è una linea classica che va dai 35 ai 52 metri, scalabile in tre versioni.

Abbiamo scelto di realizzare due tipi diversi di barche pensando a due tipi diversi di cliente: l’explorer è per l’armatore che ama viaggiare molto e per periodi lunghi. Per lui abbiamo voluto una barca certificata Ice Class Rina che possa arrivare fino al Polo Nord e navigare sulle tratte oceaniche. Per renderla vivibile appieno vi abbiamo inserito tutti i confort possibili  lavorando intensamente per ottimizzare gli spazi interni che, come è normale in questa tipologia di yacht, sono più ridotti a favore di quelli esterni. Non manca naturalmente la piscina a poppa e il garage con tutti i toys.”

L’altra linea invece?

“L’altra linea è dedicata agli armatori che amano divertirsi. Disegnata dall’architetto Leonardo Cecchi, ha una linea filante e giovane e all’interno ha tutti i confort: dalle cabine ampie, al salone adatto alle feste, al fly bridge dalle dimensioni di un salone oltre alla piscina che è stata voluta sull’upper deck per dare luce e atmosfera alla zona pranzo esterna. Cecchi è un designer molto concentrato sulla luce ed è riuscito con una combinazione di colori e materiali a illuminare incredibilmente l’interno di questa barca. La sua prua è dritta come chiede l’attuale tendenza, ma questo aspetto, come altri, è a discrezione dell’armatore.

Le barche più grandi delle due linee riescono ad accogliere fino a 12 ospiti e, pur mantenendo tutti i confort, i loro volumi interni sono inferiori ai 500 GT.”

Come sono previste le alimentazioni di questi superyacht?

“Tutti i modelli sono impostati per essere ibridi con motorizzazione Man e motori elettrici Siemens. Chi predilige l’alimentazione classica usufruirà della classica Man.”

Ci sono progetti green ai quali Tureddi guarda con particolare interesse?

“Stiamo approfondendo progetti di ‘revamping’, un processo di ammodernamento che riteniamo rappresenti davvero il concetto ‘green’ in tutte le sue le fasi. Partendo da un supply vessel che sarebbe stato dismesso, grazie a uno studio ingegneristico e architettonico possiamo ottenere una linea dello scafo accattivante nel genere yacht. Nel refit completo le sovrastrutture vengono realizzate ex novo e lo scafo è spesso variato nella parte di prua per meglio adeguarlo alla linea yacht.  In questo genere di imbarcazioni la grande ampiezza della sala macchine permette di contenere impianti più grandi, come quello necessario per l’idrogeno, mentre gli spazi più ridotti per gli ospiti possono essere aumentati sviluppando piani in altezza. Una volta concluso il processo di revamping la nave si rivolge comunque a un pubblico di nicchia sia per gusto che per possibilità (essendo più profonda deve navigare in aree con fondali adeguati) ma ha il pregio di avere un costo di realizzazione più basso.  Oltre alla grande soddisfazione di poter realizzare una barca che esprime al meglio il concetto del green, dal riciclo in poi, c’è la fiducia che nei prossimi anni, anche con la spinta del progetto della barca a idrogeno Lürssen, ci sarà l’attenzione delle strutture ad adeguarsi al nuovo combustibile.”

Nei vostri cantieri intanto procede la produzione di sei superyacht fra i quali uno che sarà il primo a uscire con vostro brand; di cosa si tratta?

 “E’ un 37 metri open veloce e sarà il primo yacht a uscire dal cantiere, dopo il suo completamento previsto a fine estate 2024, con il brand Tureddi. E’ per un cliente americano e sarà presentato quest’anno a Fort Lauderdale.”

Quali prevedete potranno essere i vostri ulteriori futuri sviluppi?

“Abbiamo già intrapreso dal maggio scorso un’iniziativa importante unendo il mondo del food&beverage, ovvero dell’accoglienza, a quello della nautica aprendo nella nostra sede di Viareggio – un palazzo in stile Liberty nel centro città – un cocktail bar-lounge di lusso. Qui, nella lounge, abbiamo creato un’area in cui i nostri clienti attuali e potenziali possono incontrarsi, anche riservatamente, con i nostri personali broker o con l’equipaggio, o con altre realtà per facilitare elaborazioni di progetti, decisioni e fare rete.  A dicembre ne apriremo un secondo a Londra, poi uno ad aprile prossimo a Dubai, ed infine uno a ottobre a Monaco: tutti punti strategici per il nostro settore. E’ un progetto importante, anche come investimento economico, nel quale crediamo molto e che ha già dimostrato di essere molto apprezzato ed efficace nel raggiungimento dei suoi obiettivi.”

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